I scoglio



I miei amici cavalli


Nello scoglio sui Cavalli BP tratta di sport e si riferisce anche al calcio. Nonostante il pensiero risalga agli anni ’10, notiamo come ancora oggi sia di così grande attualità.

Gioco magnifico ed eccitante per lo spettatore: e per questa ragione è caduto negli artigli dei profittatori. Delle società finanziano oggi i campi di calcio, comprano e pagano i calciatori eccitano l’entusiasmo del pubblico attraverso la stampa e ne ricavano enormi incassi. 
Invece di prendere parte essi stessi al gioco, i nostri giovani sono succhiati dal resto della folla e diventano spettatori.

“L’affarismo sta uccidendo il vero sport”

So che c’è una soddisfazione nel vincere, sia con l’aiuto della fortuna che per capacità tecniche, ma personalmente detesto di vedere il vero sport prostituito in una forma di speculazione a beneficio di pochi profittatori e a spese di una massa di giovani. Questi vengono con astuzia portati a diventare giocatori d’azzardo, facendo creder loro di essere autentici sportivi. Per questo equivoco moltissimi finiscono per rovinarsi.

Cos’è lo sport? Per me consiste nel partecipare individualmente e in modo attivo al gioco, invece di essere semplicemente uno della folla degli spettatori o di far giocare altri al tuo posto, oppure facendoti aiutare da qualcuno che tu paghi.
Come giocatore da golf ad esempio non mi servirei mai del “piccolo” per trasportare le mie mazze. Forse perché non posso permettermi le alte paghe d’oggigiorno; forse perché mi rendo conto che il mio linguaggio potrebbe sbalordirlo; forse perché temo le sue critiche ai miei errori; forse perché non i piace incoraggiare i ragazzi ad intraprendere un lavoro che alla fine non li conduce da nessuna parte; ma la mia principale obiezione è che preferisco giocare da me il mio gioco. [espressione celebre]
 
Un abitudine molto diffusa nel mondo sportivo inglese d’inizio novecento era di puntare ingenti somme di denaro nelle scommesse sulle competizioni sportive, di cavalli soprattutto; certo possiamo ben ritrovare anche al giorno d’oggi usi simili, basti pensare a calciopoli. Questo era un problema che a BP stava molto a cuore e con fervente contrarietà scrive ampi passi di dissenso e dissuasione del lettore a entrare in affari sporchi.

Gli allibratori che vivono nell’abbondanza raggiunta con quelli che si compiacciono chiamare i loro “guadagni” l’hanno in realtà ottenuta speculando sul fatto che la maggioranza degli uomini è stolta. […]
Le scommesse, anche trascurando il fatto che distruggono le parti vitali del vero sport come una malattia, sono un gioco da stolti per chi scommette, perché quasi sempre alla fine significa buttar via il proprio denaro.
Pochissimi uomini, se pure ce n’è qualcuno, hanno mai guadagnato con le scommesse a lungo andare. Di conseguenza, a meno che tu non sia molto ricco, è un gioco pericoloso.
La vista di qualcuno che vince un mucchio di denaro può invogliare a puntare fortemente e a tentare un colpo di fortuna: sembra un nuovo sistema per diventare ricchi in poco tempo, ma troppo spesso si dimostra invece il mezzo per rovinarsi rapidamente. Quasi sempre sviluppa in noi un brutto tratto del carattere, la cupidigia. Il cosiddetto sportivo vuole vincere per bramosia del denaro che prenderà dall’altro. Quando subentra la cupidigia, l’onestà se ne và. Non c’è veramente niente del vero sport in questo sordido agognare il denaro altrui.
Molti hanno creduto che lo scommettere fosse un facile sistema per fare quattrini e ci si sono buttati più a fondo di quanto non potessero permettersi: di conseguenza, sono poi giunti a delitti peggiori, ricorrendo a furti o malversazioni ai danni dei loro datori di lavoro o di altri, per pagare i debiti, o magari si sono suicidati per sfuggire alle conseguenze.
Questa è la misera storia che si vede continuamente ripetuta sui giornali, ma l’avvertimento non è mai preso in considerazione da altri giovani stolti.

Qui si ritrova un pensiero sul potere mediatico dei giornali all’ora e di altri mass-media oggi. Con un certo tono di disdegno disistima la cronaca rosa e, quello che noi oggi chiamiamo, il gossip; per la sua visione delle cose non è altro che un modo di fare aria fritta e generare ozio a scopo di lucro. Ozio dovuto al fatto che tenendo attaccata al giornale (o alla televisione) una persona la si rende inattiva intellettualmente e inoperosa materialmente, oltre poi a sviluppare un vanità eccessiva, una futile attenzione al pettegolezzo ed a seconda dei contenuti del messaggio diversi vizi corporali.

La colpa dello sviluppo della malsana abitudine dello scommetter è in gran parte di un certo tipo di stampa.
Un giornale può scegliere sia di guidare l’opinione pubblica su una giusta via, sia di assecondare i gusti delle pubblico: e questo può condurlo su una via sbagliata.
Disgraziatamente la nostra stampa di oggi segue i gusti del pubblico più di quanto avvenisse qualche anno fa.
I giornali della domenica, che vengono incontro al gusto morboso per le storie di assassini, intrighi, orrori e scandali, hanno i loro rivali nei giornali della sera che esaltano i professionisti del calcio, le corse e simili in maniera esagerata, come se fossero più importanti di ciò che realmente conta per il benessere della nazione.
È vero, come disse l’editore del Times, il compianto sig. Wickham Steed, che per poter mantenere l’indipendenza di pensiero, un giornale deve avere l’indipendenza finanziaria; ma è spiacevole che per poter avere quest’ultima molti giornali debbano accettare i compensi offerti da organizzatori di spettacoli sportivi e da stelle del cinema, di modo che il pubblico, sotto l’influsso delle notizie della stampa, perda la testa per i protagonisti di spettacoli che, giudicati a mente fredda, sarebbero considerati appena mediocri.

Il grande segreto è di assumere come tuo motto queste parole: non stare mai in ozio.
Stare a galla sopra un mare calmo come una tavola non è molto interessante, ma è una cosa ben diversa quando c’è una buona brezza e un po’ di mare: hai sempre un’onda da affrontare davanti a te, e appena l’hai superata, ce n’è un’altra che ti si solleva dinanzi.
Guidando la tua canoa sulle onde della vita scoprirai che la gioia di vivere consiste nell’avere sempre davanti una nuova ondata di lavoro o di attività da affrontare.

BP sostiene che la coltivazione di hobby siano un ottimo rimedio contro le scommesse, l’ozio e i danni conseguenti.

L’uomo che ha un hobby non ha mai tempo da perdere il tempo non gli sembra mai lungo, né si lascia facilmente trascinare verso le altre attrazioni esaltate dalla stampa. Gli habbies sono per lui una salvaguardia.
Gli hobbies e il lavoro manuale conducono all’abilità pratica, perché un uomo che mette tutta la sua attenzione e la sua energia a fabbricare qualcosa non può non pervenire ad un alto grado di perfezione nel suo lavoro. E quando l’intelligenza collabora con la mano, entrano in gioco l’immaginazione e l’ingegnosità, e l’uomo spesso da semplice hobbista passa ad essere inventore.

Chi, grazie al suo hobby, scopre la sua vocazione può spesso ricavarne un buon guadagno; così, invece di tentare l’impossibile, cercando di procurarti il denaro con scommesse, puoi seguire allo stesso scopo la via più sicura ed ugualmente appassionante degli hobbies. E il denaro guadagnato con il nostro sforzo ha sapore molto più gradevole di quello spillato da altri.

Sempre nello scoglio sui Cavalli emerge un tratto del carattere nazionale inglese applicato allo Scautismo.

Possedere un giardino da coltivare è una buona fonte di svago per tutti gli uomini e il maggior riposo che anche il più duro lavoratore possa avere. Esso dà a moltissimi il primo vero piacere di vivere all’aria aperta e li inizia alla coltivazione delle piante, alla conoscenza degli insetti: cioè, allo studio della natura.

BP teneva così tanto al risparmio del denaro da sostenere la sua necessità in diversi libri e a più riprese, volendo addirittura mettere come articolo di Legge Scaut: “Lo Scout è economo”. Lui stesso suggerisce diversi metodi per risparmiare avvalorando la sua tesi con grande incisività. Riportiamo solo poche righe.

Se hai un piccolo patrimonio non è una ragione per sperperarlo: conservalo preziosamente. Se devi spenderlo in qualche modo, spendilo a vantaggio di altri, e non solo per il tuo divertimento.
Puoi essere ricco, ma c’è una cosa che non puoi permetterti, se hai un po’ di criterio: sperperare per i tuoi piaceri, quando hai attorno gente che manca dello stretto necessario.
Stai attento che quando dico risparmio, non voglio dire meschina avarizia. Sii pure avaro quanto vuoi verso di te, economizza su quanto spendi per te stesso, ma no su quello che spendi per gli altri.